Giugno 23, 2020

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Il mondo del sesso sommerso a Roma

Roma godona lussuriosa, peccaminosa, all’ombra del Vaticano. Lascio Sweet69 invidiandola per il potere che riesce ad avere sugli uomini. Io non riesco nemmeno a gestire la mia gatta. Vabbè, margarita consolatorio con M: neanche mi siedo che comincia a parlare di una tale F, ragazza spigliata e prorompente. Di lavoro fa la commercialista. Si sono conosciuti su Facebook e si danno appuntamento il giorno stesso. Lui va a prenderla sotto casa ed esce pure dalla macchina per aspettarla. Lei si fa attendere: mezz’ora di agitazione per M. che ha finito le sigarette.

Soldi. Finalmente arriva; ha un look alquanto aggressive o, come direbbe un mio amico, “da battaglia”. Minigonna in pelle e top trasparente. Il tempo di poggiare il fondoschiena sul sedile e comincia la questua: “Scusa il ritardo, stavo finendo un lavoro, ho delle difficoltà economiche per questo virus, sto guadagnando pochissimo”. Lui inizia ad avere qualche sospetto: una che, al primo appuntamento, come prima cosa, ti dice che non ha soldi, qualche dubbio te lo fa venire.

La buca. Vanno a bersi una cosa al Bar del Fico. Lei sembra scocciata, come se non vedesse l’ora di andarsene. Così la riaccompagna, si baciano, gli concede qualche toccatina qua e là ma poi se ne va. Si danno appuntamento per il giovedì successivo. M. è rincuorato. Giovedì pomeriggio, però, F. lo chiama dicendogli che ha un imprevisto: “Facciamo domenica”. Nel giorno del signore M. si tira a lucido convinto che questa volta gliela darà. Arriva sotto casa sua, le manda un messaggio ma niente. Prova a chiamarla ma squilla a vuoto. Aspetta quasi un’ora, poi, finalmente, si arrende e se ne va. Il mattino dopo la chiama e lei risponde compita di essersi dimenticata. Rimandato a martedì.

Sesso floreale. Dopo la fregatura presa, M. la chiama alle sette di sera di martedì e lei: “Si certo, ci vediamo ma ormai l’hai capito, no? Mi regali le rose”. Lui rimane un po’ stupito ma dice che non c’è problema. Fioraio, profumo, benzina. Tutto sotto controllo. Quando F. scende, lui le porge le rose ma lei imperterrita: “Ma che hai capito? Io ti ho chiesto le rose, i soldi!”. È così: di giorno si lavora e la sera si arrotonda. È il nuovo mondo sommerso di Roma. Ragazze normalissime che si concedono per 150 euro o per un paio di scarpe. Qualcuna addirittura per una cena. Siamo al ribasso. Ma guai a nominare la parola soldi: il sesso a pagamento ha un’allure floreale: rose per un rapporto normale; fiorellini se si vuole esagerare.

(Continua…)