Febbraio 15, 2020

Categories: News

Sabina #metoo

Sono in una camera d’albergo piena di specchi con D., una donna molto bella. In realtà non sono proprio io ma il mio avatar. Fisicamente sono su un frecciarossa diretto a Milano ma ripenso all’altra sera: il trucione mi ha infilato gli Oculus, gli occhiali che ti fanno entrare nella realtà virtuale. Ed io sto pomiciando con D., è la mia prima esperienza lesbo, seppur virtuale; lei è molto brava, si muove con destrezza, io sono decisamente imbranata. Mi accarezza, fino a far scivolare le mani nelle mie zone erogene. È pazzesco, è qualcosa del tutto irreale ma è come se davvero fossi lì. Lei scende sempre più giù con la bocca ed io raggiungo il piacere (reale).

Sono arrivata a Milano. Mando un messaggio al tipo del giornale con cui mi devo vedere e prendo un taxi per il centro. In ogni angolo ci sono ragazze aspiranti influencer con tanto di fotografo al seguito. Lascio le valigie in albergo; devo tenere una lezione sul Brand Journalism. Mi piace insegnare. Ogni volta cerco di trasmettere qualcosa che va oltre la materia: la fiducia in sé stessi e la voglia di cambiare il mondo, mi sento un po’ come il professor Keating di L’attimo Fuggente (in gonnella ovviamente).

Ethiopia. A fine lezione vado a pranzo con il mio amico C., sushi. Appena mi arriva la tempura, neanche il tempo di intingere il gambero nella soia, mi squilla il telefono: è il tipo. Mi chiede se possiamo vederci in centro, davanti a Starbucks in piazza Cordusio. Lascio il gambero a malincuore. Mi fiondo in centro. Lui è lì. Tra le 115 versioni di caffè scelgo Ethiopia Bitta Farm (sfumature aromatiche, dal gelsomino allo zenzero). Mi aspetto un’offerta di lavoro piuttosto allettane ma lui va subito al sodo.

Broccolata.Scrivi molto bene… a questo punto una domanda è scontata”. Io, forse perché annebbiata dalla fame non riesco a capire: “Quale?”. Lui insiste: “Dai, è semplice”. Io penso al gambero nella soia: “Davvero, non capisco”. E lui: “Scopi bene come scrivi?”. Mi si blocca la fame.

(Continua…)

Mettiamoci un po’ di leggerezza con questa canzone: